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Nation Cup 2023: vince la Germania, grande rimonta dell’Italia al secondo posto

Da tutta Europa 110 giornalisti allo Chervò Golf San Vigilio per la Nations Cup Press 2023, campionati europei di doppio a squadre. Kermesse ricca d’entusiasmo e spirito agonistico. Evento laureato con 110 e lode anche dal tg.

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1ª Germania (539), 2ª Italia (555), 3ª Repubblica Ceca (555), 4ª Austria (559), 5ª Danimarca (562), 6ª Gran Bretagna (574), 7ª Francia (583), 8ª Svizzera (591), 9ª Belgio (592), 10ª Spagna (607), 11ª Olanda (615).

Giornalisti di tutta Europa chiamati alla gara internazionale di doppio: scramble il primo giorno, quattro palle la migliore il secondo. Dal 24 al 26 ottobre, tutti sull’immensa arena della Nations Cup Press 2023, European team championship, great event dell’anno, competizione che chiama in pista ogni biennio i professionisti europei della comunicazione che amano calcare i fairway. Quest’anno le squadre erano 11, finalmente gli inglesi, 110 players che si sono affidati all’ospitalità italiana, alias Aigg. Uno dei più suggestivi resort nazionali, lo Chervò Golf Hotel Spa & Resort San Vigilio , sulla sponda lombarda del Garda, ha messo a disposizione i propri percorsi da championship, la location luminosa, l’hotellerie eccellente, cucina e vini stellati.

Al desk dell’accoglienza, lunedì 23 ottobre, Annamaria, Ge e Daniela, virtuose di un plurilinguismo endogeno, consegnano i pass, stringono le mani e sciolgono le diffidenze. La sera tutti a tavola: nel grande salone-dehors della club house si indaga sulle previsioni del tempo. Fuori ci sono aria umida e nebbiolina autunnale, che qui, sulle sponde del Garda, si giura siano un’anomalia. Il giorno della prova-campo piove. “Madre mía! Anoche llovió a cántaros -mamma mia! Ieri notte ha diluviato!”, è il commento del capitano spagnolo Miguel Carnero Meco di Mediaset Espana. Esulta invece l’inglese Andi White che fa buca in uno, purtroppo fuori gara.

Dommage anche per i francesi e per i latini, non c’è problema per i nordici che sfidano le intemperie con disinvoltura. L’inquietudine per il futuro scompare la sera quando, all’avvio delle prime note dell’intrattenitore, si alzano inni e canti, tutti hanno voglia di divertirsi, complici i rossi, gli spumanti e il bianco Buca 19 di Apicella. Si alzano da tavola gli spagnoli, le signore olandesi, le proettes della carta stampata danesi, qualche atleta che ha il ritmo nel sangue, come Beppe Negri di Parma e Mauro Santoni da Trieiste, e via alle danze arcobaleno: finalmente un’Europa unita e felice!

Peter Rietzler, capitano austriaco, applaude e sventola il tovagliolo seguito da Pavel Mandys, capitano ceko, redattore del periodico ‘Literatura’ (ecco uno che sa leggere e anche scrivere) e da Serge De Behr, capitano belga. I tovaglioli che arrotano l’aria e fanno volare in alto i canti diventano cento in pochi minuti.

Dopo il primo giorno di gara, ritardato dalla nebbia ma poi riscaldato finalmente dal sole, anche l’atmosfera serale si arroventa. In pista a danzare tra i tavoli ci sono la capitana olandese Madelon Barenbrug, seguita dal connazionale Ger Laan, dalle colleghe Pamela Sturhoofd e dalla fotoreporter Hannie Verhoeven. Le danze diventano più frenetiche sui ritmi rock, le bottiglie si moltiplicano, seguite dalle grappe offerte dalla casa per quel tocco finale di calore che fa dire sottovoce, alludendo agli score, que sarà, sarà…

Alla fine del secondo giorno, il tabellone dà il verdetto: i migliori sono i tedeschi guidati da quel leone che è Ralf Scheuerer. Secondi siamo noi, pilotati da Pacciani, tedoforo della squadra e dell’intero evento, coadiuvato dalle coppie Nava-Cazzetta, Lanza-Taruffi, Gallerani-Lapasini, Bucarelli-Negri e Santoni-Spisani, campioni di fedeltà e di frequentazione del Challenge. Terzi si collocano i ceki, penalizzati da una auto squalifica dovuta alla mancata segnalazione di un handicap corretto nella prima giornata. Un esempio di garnde correttezza e sportività. La grande kermesse ha gli onori del Tg regionale che alle 19 manda in onda l’evento. Tra le immagini del resort e delle riprese sul campo, spunta il team del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’ex ct della Nazionale Cesare Prandelli, la medaglia d’oro olimpica di Atlanta Roberto Dio Donna e Michele Apicella, fratello di Pietro. Fontana, golfista di lungo percorso, fa gli elogi del campo che non conosceva.

La serata della premiazione è poco meno di un’apoteosi. Al centro della sala il tavolo tondo dei promotori. Accanto al patron di Chervò, Pietro Apicella, ci sono il nostro presidente Dal Fior, Sara Apicella, amministratore delegato della società, e Maria Lalia, executive manager. A dare lustro alla tavolata anche Paolo Bellini, sindaco di Pozzolengo, e Lara Magoni, pluridecorata sciatrice alpine e ora sottosegretario ai giovani e allo sport di Regione Lombardia, supporter dell’evento . Sul palco conduce le danze il nostro capitano che con Marco Bucarelli e Stefano Cazzetta ha gestito la kermesse. Paolo, il poliglotta della Gazzetta di Parma, pilota l’assegnazione dei premi speciali, dei regali a sorteggio, degli omaggi degli sponsor (GP Sport, Omw scarpe da golf, Occhiali Ushak, Docus Japanese Golf Technologies, Visconti, Galbusera, Consorzio Garda Lombardia e Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking). C’è spazio anche per la charity: alla buca 8 rossa chi voleva parteciapre al nearest to the pin versava un contributo a Dravet Italia, l’associazione che sostiene la ricerca contro questa malattia rara e per questo snobbata dalle grandi case farmaceutiche.

Dal Fior e Apicella chiamano sul palco le compagini vincenti e assegnano i trofei. In platea ci sono anche gli operatori del resort, coartefici del successo, tra i quali ci piace ricordare il rigoroso coordinatore golfistico Gianandrea Armellini. Che festa, ragazzi! I tedeschi, grati per il trionfo e per la cucina, consegnano al tavolo italiano una cassa di birra portata da casa. Gli speech, i discorsi beneauguranti, di rigore nel mondo del golf anglosassone, accompagnano il gran finale, seguiti dal taglio della torta gigantesca (150 commensali) portata sotto i riflettori dallo chef.

Giallo da telefilm alla partenza per il rientro a casa. Gli olandesi caricano sul proprio pullmino anche la sacca della spagnola Elena Jimenez di RTV Espana costretta a partire per Madrid senza i suoi ferri ma stracarica di disappunto. In un attimo di lucidità, arrivata all’aeroporto, l’équipe olandese si accorge dell’errore e rimanda la sacca al resort con la navetta sulla quale avevano viaggiato. Per fortuna qualche spagnolo, che aveva prolungato il soggiorno, si è preso il compito di portare la sacca alla povera Elena.

Perdonate l’abbandono sentimentale: sul nastrino onorifico ideale che porto sul cuore c’è il 29, quanti sono gli anni della mia adesione ininterrotta all’Aigg. Nella sacca a volte ho infilato degli ‘scores pesanti come macigni’, a volte anche delle coppe (rare), sempre felice di esserci. Alla Nations Cup, in coda tra gli Amici, quest’anno avevo accanto l’eroico spagnolo Antonio Alonso Lago, i reduci-combattenti Roversi e Piva in una stableford riservata a vecchie guardie imperiali e vinta dalla Ceka Alena Bosakova. Abbiamo tirato palline ovunque, in cielo e agli inferi, ma tutti e quattro felici in quell’estasi autunnale, della vita e della stagione, che si può provare soltanto tra veri compagni di fairway.

Nella sacca avevo il meraviglioso putter logato Robert Forgan, uno dei più grandi clubmaker di Scozia, regalo di Francesco Cevasco, col quale sono certo che egli mi accompagni ancora in buca, come quando giocavamo in coppia nei Memorial, e un magico legno 7 Cobra dono di Stefano Balducci. “Con questo, sempre dritto per dritto”, mi raccomandò Stefano. Forse mi indicava l’orizzonte, là dove sono arrivati loro, amici tra amici, al termine di quella bella avventura che mischia golf e vita per tanti anni.

Allo Chervò ormai siamo di casa e qui ogni volta optime manemus et manebimus, molto bene ci stabiliamo e ci stabiliremo, Dio e Pietro Apicella volendo, nei secoli a venire.

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Roberto Zoldan
Roberto Zoldan
Roberto ”Bob” Zoldan è entrato in punta di piedi nell’Aigg trent’anni fa. Ha abbassato i tacchi per mettere insieme uno swing accettabile e arrivare, nella stagione più felice, a hcp 22. Li ha rialzati per andarsene dalla semivetta delle classifiche ma soprattutto per seguirci felice su tutti i campi d’Italia che ci hanno ospitati. Da giornalista ha diretto a cuor leggero cinque settimanali a grande diffusione nazionale. È stato corrispondente da Parigi quando i pezzi si dettavano ancora al telefono in R, Reversibile, cioè a carico del destinatario. Caporedattore al Sole 24 ore e al Gazzettino di Venezia, ha scritto di storia e una biografia di Pertini, presentata al Quirinale, che il Grande Vecchio definì ‘la più bella’. Ha coordinato la stesura della Storia del Golf Club Milano del quale è Socio Vitalizio anche per i meriti di cronista-golfista.

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