Dopo il successo del Fibonacci Tour, inaugurato a Pisa nel 2022 su invito dell’assessore al turismo Paolo Pesciatini per celebrare gli 850 anni dalla nascita del grande matematico pisano, Giorgio Piccaia approda a Venezia con una nuova grande mostra: “Natura Est. L’armonia dei numeri”, allestita dal 1° al 31 agosto 2025 negli spazi della Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani.
L’esposizione – composta da 34 opere tra tele, stoffe, carte, papiri, acetati e sculture – è un duplice omaggio a Leonardo Fibonacci e Luca Pacioli, due giganti del pensiero matematico che hanno gettato le fondamenta del sapere scientifico europeo, e che oggi rivivono attraverso un linguaggio artistico inedito e profondamente evocativo.
Piccaia, artista italo-svizzero, da anni lavora sulla sequenza di Fibonacci come codice estetico e spirituale: un “linguaggio matemagico” che, come scrive la critica Pamela Stroppa, si ritrova nella struttura dei petali, delle conchiglie, delle infiorescenze… e nell’anelito umano a connettersi con l’infinito.
“Il mio lavoro – spiega Giorgio Piccaia – è un percorso iniziatico. I numeri indo-arabi li uso come segni grafici. La successione è infinita come se il sapere non dovesse mai finire”.
L’allestimento si articola in una vera e propria architettura simbolica, ispirata alla sequenza di Fibonacci: all’ingresso, l’installazione Bandiere-Aquiloni accoglie i visitatori e cinque grandi carte intelate “Omaggio a Pacioli”, esposte per la prima volta proprio a Venezia, città che vide nascere il De Divina Proportione del frate matematico amico di Leonardo da Vinci. Al piano terra, l’installazione “Il Rosario di Fibonacci” introduce il percorso; nelle sale, tele e opere su papiro scandiscono il ritmo numerico come un mantra visivo; al primo piano, le carte e i papiri completano il viaggio tra segno, luce e pensiero.
Un dialogo tra civiltà: da Pisa all’Oriente, dalla spiritualità alla contemporaneità.
Con questa mostra, Piccaia rinsalda i legami storici e simbolici tra Pisa e Venezia, tra Occidente e Oriente, tra scienza e arte. Come ricorda l’ambasciatore Gianpaolo Cantini, si tratta di un progetto “di grande valore simbolico nei rapporti storici tra l’Italia e il mondo orientale”.
Le origini della sequenza di Fibonacci affondano nella tradizione sanscrita e nella metrica dei versi vedici, elaborata da grammatici come Pingala e Virahanka tra il 200 a.C. e il VI secolo d.C., prima che Leonardo Pisano la portasse in Europa con il Liber Abbaci (1202). Pacioli, a sua volta, ne rilanciò il valore nel Rinascimento con la Summa de Arithmetica (1494) e il già citato De Divina Proportione (1509), vero ponte tra matematica, estetica e spiritualità.
Come scrive Manuela Boscolo, l’opera di Piccaia è “riflesso aureo ed esoterismo concettuale”, una pittura che traduce il numero in simbolo e riunisce in sé spiritualità orientale, geometria sacra, arte contemporanea e pensiero iniziatico.
Attraverso colori archetipici (oro, bianco, nero, blu e verde), moduli numerici e gestualità rituale, l’artista costruisce un lessico universale, dove l’arte si fa meditazione, rito, conoscenza, esperienza.
Ogni sequenza è un invito a tornare all’unità: il punto di partenza e quello d’arrivo coincidono nell’Uno.
“Natura Est” è dunque non solo un titolo, ma una dichiarazione di intenti: la natura come Essere, come Essenza, come Oriente interiore da cui tutto origina e a cui tutto ritorna.
Nella foto del titolo: Il Rosario di Fibonacci