martedì 15 Luglio 2025
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È tempo di Open Championship

Dal 17 al 20 luglio al Royal Portrush in Irlanda del Nord, si disputerà la 153esima edizione del Major più antico e più affascinate. In palio la mitica Claret Jug

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Dal 17 al 20 luglio al Royal Portrush in Irlanda del Nord, si disputerà la 153esima edizione del Major più antico e più affascinate. In palio la mitica Claret Jug

Il conto alla rovescia sta ormai per scadere. Il 17 luglio, sul Dunluce links del Royal Portrush, sulla costa settentrionale dell’Irlanda del Nord, i migliori giocatori di golf del mondo scenderanno in campo per contendersi la Claret Jug. La mitica coppa che verrà assegnata al vincitore del quarto Major dell’anno, l’unico che non si gioca negli Stati Uniti. Il più antico di tutti e forse il più prestigioso.

Il primo Open Championship si è svolto il 17 ottobre 1860 al Prestwick Golf Club, in Scozia. Consisteva in tre giri del percorso a dodici buche. Il vincitore fu Willie Park Sr, che è diventato così il primo vincitore dell’Open britannico.

Ora si tiene ogni anno nel mese di luglio, a rotazione in una decina di campi in Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord.

Quest’anno torna al Royal Portrush, dove si disputò per la prima volta nel 1951.

E poi, per la seconda volta dopo 68 anni, nel 2019, quando venne vinto da un “local player”, il nordirlandese Shane Lowry, che fece una gara straordinaria lasciando a sei colpi di distanza il secondo classificato, Tommy Fleetwood.

Ora, dopo appena sei anni, si torna di nuovo e per la terza volta su questo campo, da molti ritenuto uno dei più bei link del Regno Unito e uno dei campi da golf migliori al mondo.

La storia dell’Open Championship ha anche una pagina in cui l’Italia è protagonista.

Nel 2018 Francesco Molinari fece l’impresa. Vinse, primo e finora unico italiano a riuscirci, la 147esima edizione dell’Open Championship sul percorso di Carnoustie Golf Links, in Scozia, lasciandosi alle spalle tutti i migliori giocatori del mondo.

Quest’anno parteciperanno 156 giocatori. Tre gli italiani in gara. Francesco Molinari, Matteo Manassero e Guido Migliozzi. Sfideranno i migliori golfisti in circolazione: da Scottie Scheffler a Rory McIlroy, da Xander Schaufflee, trionfatore lo scorso anno al Royal Troon, alla stella nascente Ludvig Aberg, allo stesso Lowry che spera di bissare il successo di sei anni fa sul suolo di casa.

Il Royal Portrush Golf Club è un circolo fondato nel 1888 inizialmente con un percorso a nove buche. L’anno successivo venne ampliato a 18. Dobbiamo arrivare al 1929 quando l’architetto Harry Colt progettò il Dunluce links, un percorso a diciotto buche, par 72, lungo 5803 metri. Il percorso prende il nome dalle rovine del castello di Dunluce, arroccato su una scogliera di basalto tra Portrush e Portballintrae, è un campo intriso di storia e plasmato dal mare e offre viste mozzafiato sull’Oceano Atlantico.

In preparazione dell’Open del 2019, l’architetto Martin Ebert ha guidato un’importante riprogettazione a partire dal 2015.

Nei successivi 18 mesi, lo spostamento delle sabbie ha portato alla costruzione di cinque nuovi green, otto nuovi tee box, 10 nuovi bunker e alla creazione di due nuove buche, la 7 e l’8, su un terreno che un tempo faceva parte dell’altro percorso, il Valley Links. Il rinnovato percorso Dunluce da par 72 è sceso a 71 e la lunghezza è aumentata a 6.709 metri.

Il risultato è un magnifico tracciato che offre ai golfisti una sfida difficile e scenograficamente straordinaria.

L’edizione dell’Open del 2019 ebbe un grande successo di pubblico. Gli spettatori nelle giornate di gara furono in totale quasi 240mila. Lo scorso anno al Royal Troon si toccò quota 250mila. Per questa edizione, i cui biglietti sono già tutti esauriti, se ne attendono almeno 278mila, una cifra record.

Nella foto del titolo: una immagine della 147esima edizione dell’Open Championship disputata nel 2019 al Royal Portrush.
Nella foto in basso. la Claret Jug, esposta in occasione dell’Open d’Italia giocato all’Argentario.

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Sandro Marini
Sandro Marini
Ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo in un quotidiano di partito. Era il lontano 1988. Qualche anno dopo, nel 1993, è entrato in Rai, dove ha lavorato in varie testate: Giornale Radio, Tg3, Tg1. Ha lavorato principalmente nelle Redazioni economiche, occupandosi un po’ di tutto, dalla Politica economica del governo al mondo del lavoro, dal mondo delle imprese alla finanza. Nel corso degli anni ha anche curato programmi settimanali, in particolare su Radio Uno, occupandosi di economia, viaggi, automotive, enogastronomia. Nel 2022 ha concluso la sua esperienza lavorativa in Rai e da allora indossa i panni del freelance. Libero da vincoli redazionali, ora può dedicarsi a quello che più gli interessa: travel, food, lifestyle e, soprattutto, il golf.
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