Il cartello che campeggia all’ingresso del Black Course del Bethpage State Park non lascia spazio a interpretazioni: “AVVERTIMENTO. Il Black Course è estremamente difficile e quindi è consigliato solo a golfisti molto esperti”.
Un monito che farebbe tremare i polsi sul tee della buca 1 a un giocatore one digit.
Il campo teatro della Ryder Cup 2025 si presenta così: un ostacolo simile a una barriera dello Steeplechase: insormontabile. Secondo Jordan Spieth: “Il cartello dovrebbe recitare: “È un rischio, anche per i giocatori più bravi”. Questo campo è probabilmente tra i cinque più difficili che abbia mai giocato in vita mia.”
I team guidati da Keegan Bradley e Luke Donald avranno dunque un avversario in più da battere. E vedremo chi alla fine, oltre ad avere la meglio sui rivali, riuscirà a domare questo cavallo imbizzarrito.
Il percorso di Farmingdale è inserito in uno dei parchi pubblici più popolari degli Stati Uniti. A solo un’ora di macchina dall’aeroporto JFK di New York, appena fuori Long Island, si trova lungo la strada che moltissimi facoltosi newyorkesi percorrono per andare a trascorrere il fine settimana negli Hampton.
All’interno del Bethpage Park, oltre al Black Course, si trovano altri 4 percorsi a 18 buche. Una mecca per i golfisti che possono giocarci senza particolari restrizioni visto lo status di percorso pubblico.
Il green fee in un giorno infrasettimanale sul Black Course per i non residenti nello Stato di New York è di “soli” 140 dollari (i residenti pagano la metà) un costo decisamente abbordabile.
Il percorso, oltre alla Ryder Cup 2025, ha ospitato gli US Open nel 2002 – fu il primo campo pubblico a farlo, vinse Tiger Woods, unico giocatore a finire sotto par – e nel 2009 e il PGA Championship del 2019.
Ogni anno sono oltre 200.000 le partite giocate sui cinque campi a 18 buche di Bethpage.
Aperto nel 1936 è inserito in una vasta area protetta, inizialmente di proprietà della famiglia Yoakum, poi acquisito dalla Bethpage Park Authority. Il disegno si deve all’architetto A.W. Tillinghast, il papà di altri campi notissimi e bellissimi come Winged Foot, del San Francisco Golf Club e dello Scarboro Golf Club di Toronto sede di numerosi Canadian Open.
Nel corso degli anni il Black Course è sempre stato ai vertici dei ranking dei migliori campi da golf degli States. Secondo Golf Digest è stabilmente fra i 30 migliori percorsi della nazione e il settimino nella classifica 2025 fra i campi pubblici d’America.
Dall’apertura del 1936 e sino al 2002 il campo, lungo oltre 6850 metri, è rimasto sostanzialmente fedele al disegno originale. 23 anni fa, in occasione dello US Open, un’importante ristrutturazione lo ha attualizzato per renderlo nuovamente arduo banco di prova per i golfisti del terzo millennio.
Particolare attenzione meritano il par4 di 420 metri della buca 10, dove è fondamentale prendere il fairway per non incappare in un bogey quasi certo, l’impegnativo green della 11 e la buca 15, risultata la più difficile del percorso nelle due edizioni dello Us Open giocate a Farmingdale.
I giocatori della Ryder Cup affronteranno un campo preparato con un rough non particolarmente alto – come usa quando le sfide si giocano negli States per perdonare qualche errore dal tee dei campioni USA – green molto ondulati e diverse situazioni rischio-ricompensa da valutare.
Tutto comincia dal tee. Nel PGA Championship 2019, i primi 10 classificati sono stati ai vertici delle statistiche negli “stroke gain tee to green” e in quell’anno il Black Course è stato il quarto per numero di colpi al green giocati sopra le 200 yard (182 metri) di qualsiasi evento del tour.
Prendere il green può rivelarsi decisivo nei match play per mettere pressione all’avversario e capitalizzare un vantaggio visto che qui a Bethpage l’up and down, in caso di errore nel colpo al green, riesce solo una volta su due.
I consigli ai giocatori arrivano anche da un’intervista rilasciata a Golf Digest da Jim “Bones” Mackay, per anni caddie di Phil Mickelson e Justin Thomas, oggi voce in campo di Golf Channel: “La lunghezza dal tee sarà un fattore chiave perché ha psicologicamente un’importanza maggiore nel matchplay. Allo stesso tempo, le partite di Ryder si decidono spesso sui green. Bisogna imbucare tanto tra i 3 e i 6 metri e questa distanzi sono micidiali sui green del Bethpage Black”.
Tre dei cinque green finali – le buche 14, 15 e 17 – rientrano nel 5 per cento dei green più difficili al mondo. E visto che il 91 per cento di tutte le partite della Ryder Cup si decide prima della buca 16 occorrerà arrivare a giocarsi con una posizione di vantaggio queste ultime buche.
Non resta che attendere il primo “tee shot” venerdì 26 per tuffarsi nell’atmosfera della Ryder Cup e per apprezzare la bellezza, il fascino e le difficoltà di questo mitico campo da golf.